Quando si parla di alimentazione del cane (Canis lupus familiaris) c’è una serie di luoghi comuni in cui prima o poi si finisce per incappare, uno di questi è senza dubbio l’immancabile accostamento tra lupo e cane, secondo cui il cane sarebbe di fatto un lupo, senza “se” e senza “ma”.
Questa che sembrerebbe una questione tutto sommato marginale, in realtà condiziona tutta una serie di aspetti legati al rapporto con il cane che vanno dall’alimentazione, all’educazione fino alla comunicazione e alla socializzazione intra e inter-specifica.
Che il cane discenda esclusivamente dal lupo è ormai opinione diffusa nella comunità scientifica e, senza scomodare studi di genetica e di paleontologia, il fatto è evidente ai più se ci si sofferma ad osservare determinate razze o morfotipi. Se la taglia e la morfologia del lupo però, come per molti altri animali selvatici, rimangono uniformi in un determinato ambiente, i cani presentano invece una varietà straordinaria di forme, taglie e particolari anatomici. Nessun altro canide e nessun’altra specie animale offre la stessa varietà all’interno della specie. Dal Bichon Frisè al Chihuahua passando per il Mastino Spagnolo, il Napoletano o il San Bernardo; dai cani snelli con muso lungo e la coda sottile a quelli piccoli con il naso schiacciato (brachicefali) e la coda corta. Anche in virtù proprio di questa enorme variabilità morfologica, caratteristica del cane ma completamente estranea al lupo, fino a qualche anno fa si ipotizzava che effettivamente i progenitori del cane fossero più di uno. I più recenti studi di genetica hanno però ampiamente dimostrato che i cani discendono esclusivamente dal lupo grigio (Canis Lupus) e non anche dallo sciacallo dorato (Canis aureus) come, ad esempio, veniva tirato in ballo dalla cosiddetta teoria comportamentale.
Altre differenze, sicuramente meno evidenti ma comunque salienti, si ritrovano in altri aspetti come, ad esempio, la formula dentaria che è la stessa nelle due specie ma con il cane che presenta denti sensibilmente più piccoli, così come la testa (in proporzione al corpo), che nel cane è più piccola di circa il venti per cento rispetto al lupo.
Per quanto riguarda poi lo sviluppo e la crescita, i cuccioli di cane non aprono gli occhi per almeno 15-20 giorni, mentre quelli di lupo lo fanno già a dieci giorni dalla nascita. Questa che sembra una sottile differenza ha però effetti importantissimi. Solitamente, i cani hanno uno sviluppo fisico e comportamentale più lento rispetto ai lupi. Per loro le grandi tappe dello sviluppo (camminare, portare oggetti in bocca, i primi morsi dati per gioco) arrivano più tardi. Il cane poi guaisce o, più frequentemente abbaia, ululando molto, molto raramente e solo in un esiguo numero di esemplari appartenenti a pochissime razze. Nel lupo, sono solo i cuccioli ad abbaiare. I piccoli lupi, infatti, abbaiano sia per comunicare tra di loro sia per attirare l’attenzione della madre ma, crescendo, il loro linguaggio si evolve nell’ululato. I cani a differenza della loro versione selvatica, da questo punto di vista è come se rimanessero fermi ad uno stadio precedente dello sviluppo. Durante l’opera di addomesticamento del lupo, la selezione dell’uomo ha fatto sì che questo conservasse anche da adulto diversi tratti infantili (caratteri neotenici) tra i quali l' abbaiare e scodinzolare. È una conseguenza indiretta, non solo normale ma voluta, della pressione selettiva operata dall’uomo e votata alla ricerca di un carattere sempre più docile e mansueto, più incline alla domesticazione e meno tendente alla supremazia nel nucleo "famigliare".